Dopo lo stop, ecco le novità introdotte
Dopo lo stop indotto dai richiami delle authority italiane in materia di privacy, ChatGPT ha ricominciato ad essere fruibile anche nel nostro paese. Il percorso iniziato dal richiamo e culminato con la scelta di OpenAI di sospendere autonomamente il servizio per intero adesso sembra essere arrivato ad una svolta, visto che a quanto pare gli auspicati adeguamenti alle normative sono regolarmente avvenuti. Gli esperti in materia di privacy confermano questa affermazione dicendo che siamo arrivati ad un buon punto rispetto ai dubbi sollevati dal garante puntualizzando inoltre che non era facile fare molto di più.
È non è sicuramente la fine di tutto il dibattito ma, possibilmente, l’inizio di una nuova fase di valutazione, poiché sono ancora molti i punti da osservare con attenzione. Innanzitutto è stata inviata un’informativa alle autorità per la tutela della privacy da parte di OpenAI, l’azienda che ha creato ChatGPT, nella quale elenca le misure introdotte, le modifiche e la chiarificazione di alcune zone oscure per i diritti di utenti europei e non.
Le principali misure sono quelle di dare la possibilità di opposizione al trattamento dei dati dopo aver letto una informativa sull’uso di quest’ultimi. La stessa informativa adesso è stata resa consultabile anche prima di effettuare la registrazione al servizio, mentre prima non era così. Un’altra novità è la possibilità di opporsi al trattamento utilizzato per il cosiddetto training dell’algoritmo di ChatGPT mediante la compilazione di un modulo online oltre alla messa in evidenza della stessa informativa all’interno della pagina di benvenuto dopo il login al servizio. Si dà poi la possibilità di cancellazione di dati errati all’interno del portale, visto che la modifica non è una funzione attualmente disponibile. Non viene data poi la possibilità agli utenti di vietare all’algoritmo di tracciare ed incamerare i dati provenienti dalle conversazioni e dalla cronologia così come viene finalmente introdotta la necessità di confermare di essere maggiori di 13 anni e di disporre del consenso dei genitori per poter ricominciare ad utilizzare ChatGPT. Mancando le condizioni di base, ovvero un’età maggiore di tredici anni e, in quest’ultimo caso, il consenso dei genitori se ancora minori di 18, dopo l’inserimento della data di nascita il servizio cesserà di funzionare in automatico.
Il garante ha risposto con favore a tutte queste nuove introduzioni sperando però che ad esse segua l’implementazione effettiva di tutte queste novità congiuntamente ad una spiegazione scritta da OpenAI che spiega cosa era successo e le misure adottate per rimediare. Dato che ancora il modulo di verifica dell’età non è pubblicato, il garante ha dato una deadline fissata a settembre per valutare se queste dichiarazioni d’intenti avranno avuto seguito. Nel mentre, il Garante per la Privacy italiano insieme al Comitato UE creato appositamente per la vicenda, continueranno a seguire e verificare le condizioni di ChatGPT.
[fonte: https://internetpost.it]